Cosa succede quando un minore non accompagnato arriva in Italia senza documenti? Cosa può fare se si sente male? E se si trova in una situazione pericolosa? Chi decide cosa fare e chi si accorge di lui se non ci sono documenti che attestano la sua presenza?
Amhed ha 16 anni ed è appena arrivato in Italia dopo un viaggio durato oltre un anno di cammino. A causa del gran caldo e di un’alimentazione insufficiente, si sente male per strada e ha bisogno di assistenza sanitaria. L’unica possibilità è il pronto soccorso dell’ospedale più vicino dove gli vengono offerte le cure essenziali. I medici pensano che avrebbe bisogno di fare delle analisi o degli esami perché hanno il dubbio ci siano problematiche più serie. Lui, però, è solo senza alcun adulto a cui chiedere, non parla l’italiano e, soprattutto, non ha alcun documento valido per ricevere assistenza: senza tessera sanitaria un minore non esiste per il sistema e possono essere erogate solo cure d’emergenza. Chi si prende la responsabilità di decidere cosa fare?
Quella di Amhed (nome di fantasia) è solo una delle tante situazioni in cui dei minori soli in un paese straniero si ritrovano ad affrontare. Durante il viaggio, infatti, i minori possono sviluppare dei malesseri o anche traumi più importanti che vengono trascurati per le condizioni stesse in cui si trovano e per l’assenza di visite e farmaci. Questa situazione mette in evidenza come proprio l’assenza di documenti e di supporto per il disbrigo delle pratiche burocratiche rappresenti un vero e proprio rischio: senza qualcosa che ne attesti l’identità e la presenza sul territorio, un minore è esposto a qualsiasi tipo di rischio e di destino. E probabilmente nessuno se ne accorgerebbe.
L’accoglienza è anche il disbrigo pratiche indispensabili alla tutela del minore
Aedis, come le altre comunità, fornisce un servizio di accoglienza 24 ore su 24 che risponde alle richieste dei Comuni e dei Servizi Sociali che inviano i ragazzi trovati nei rispettivi territori.
All’ingresso nelle Case, gli educatori si concentrano prima di tutto sul soddisfacimento dei bisogni primari affinché il ragazzo possa sentirsi al sicuro e in un luogo il più possibile familiare e capace di ispirare fiducia. Il passo successivo è garantire il disbrigo di tutte le pratiche necessarie in base alla situazione individuale.
In collaborazione con i Servizi Sociali, gli educatori si occupano di verificare le diverse necessità burocratiche del ragazzo:
- rilascio del permesso di soggiorno presso la locale questura
- rilascio del codice fiscale
- iscrizione al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e rilascio della tessera sanitaria
- necessità di assistenza socio-psicologica
- necessità di mediatori linguistico-culturali
- presenza o attribuzione di un tutore legale volontario
- insegnamento di base della lingua italiana
- iscrizione in un percorso scolastico e professionale
In caso la condizione del minore abbia specifiche caratteristiche, gli educatori accompagnano i ragazzi a fare la domanda di protezione internazionale presso gli uffici della Questura territoriale. Questo avviene insieme al tutore legale, la cui presenza è fondamentale per la firma della modulistica e del verbale apposito.